Leggi questo articolo per conoscere i documenti essenziali che devi consegnare e le normative delle linee vita per procedere all’installazione

Installare correttamente una linea vita e “blindare” il proprio lavoro secondo ciò che prescrive la legge e le varie norme di riferimento non è semplice.

Se aggiungi che molte norme in materia di linee vita e sicurezza hanno poi bisogno di milleuna specifica, la quantità di testi da tenere presente è molto vasta.

Non c’è una singola legge che comprende tutto quello che c’è da sapere sulla progettazione, i DPI, le tipologie di linee vita, gli altri sistemi anticaduta,  l’installazione, la manutenzione e l’ispezione.

Quindi come installare una linea vita “a prova di bomba”, in modo che tuteli al massimo sia l’installatore, sia il committente che gli utilizzatori?

Vediamo come.

 

Le norme di riferimento sono 4.

  1. La norma UNI 11560
    Fornisce i criteri per l’individuazione, la configurazione, l’installazione, l’uso, le ispezioni e la manutenzione dei sistemi di ancoraggio in copertura
  2. La norma UNI 11900
    Definisce i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità degli installatori di sistemi di ancoraggio.
  3. Le norme UNI EN 795 (e sua specifica tecnica CEN/TS 16415) e UNI EN 11578 si rivolgono direttamente al fabbricante, cioè… non tu.

Contengono i metodi di prova ed i requisiti che i prodotti anticaduta devono rispettare.

E quindi?

Per semplificare, anche se il discorso sarebbe più ampio, poniamoci una domanda:

 

Esiste una norma per rendere l’installazione di una linea vita non contestabile?

La risposta è sì: la norma UNI 11560:2022.

 

Come già accennato, la norma stabilisce come scegliere la migliore soluzione per progettare la messa in sicurezza di una copertura.

Oltre a questo dà le linee guida per le ispezioni e la manutenzione dei sistemi di ancoraggio.

 

Il succo di questa norma è la documentazione che l’installatore deve consegnare alla committenza.

 

In sostanza, devi consegnare al cliente un fascicolo tecnico che comprende varie “carte”, di importanza fondamentale. Ecco un estratto:

Elaborato grafico rappresentativo del sistema
Relazione tecnica generale
Relazione di calcolo strutturale
Documentazione fotografica del sistema
Dichiarazione di corretta posa del sistema
Manuali di installazione, uso e manutenzione degli ancoraggi
Dichiarazione di conformità/rispondenza degli ancoraggi
Indicazione d’uso dei DPI da utilizzare
Programma di manutenzione del sistema
Registro delle ispezioni/manutenzioni del sistema
Registro degli accessi al sistema

Vediamole nel dettaglio.

I documenti previsti dalla UNI 11560 che devono essere presenti nel fascicolo tecnico di una linea vita da consegnare al cliente

 

La relazione di portabilità strutturale.

Garantisce che le strutture dove “ti attacchi” con la linea vita siano adeguate ad assorbire le forze indicate dal fabbricante.

Serve a certificare che ti agganci su strutture idonee, insomma.

La documentazione a corredo di ogni linea vita infatti deve avere una

“Relazione di idoneità statica della struttura stessa, effettuata dal progettista strutturale”

Ok, ma in pratica?

In parole povere vuol dire che un professionista – abilitato a calcolare la resistenza delle strutture – deve garantire che le parti dell’edificio dove si attacca la linea vita possono reggere i carichi previsti dal fabbricante.

Quindi ora bisogna “certificare” anche l’edificio.

Ma che titolo deve avere questo progettista strutturale per fare ciò?

In pratica dev’essere un ingegnere iscritto all’albo.

Il grosso problema è che individuare lo strutturista e farsi fare la relazione è compito della committenza.

La quale – tranne rari casi – non ha voglia di andarsi a cercare un ingegnere, conoscerlo, farsi fare un preventivo, eccetera.

Per il committente è – a tutti gli effetti – una grandissima rottura di scatole.

Altra cosa è se l’installatore dice al committente: “Tranquillo, te lo presento io“.

Se di ingegneri ne conosce tanti, perfetto. Altrimenti potrebbe essere un problema in cui la documentazione rischia di incappare lasciando il fianco scoperto a contestazioni.

 

Progetto con elaborato grafico con la dislocazione dei dispositivi anticaduta

Il progetto della linea vita deve indicare la configurazione del sistema di ancoraggio, effettuato dal progettista del sistema, e deve contenere almeno:

  • un elaborato grafico con la disposizione planimetrica del sistema e i DPI necessari per utilizzarlo,
  • la relazione generale descrittiva del sistema

Un buon progetto deve permettere di mettere in sicurezza tutta l’area di lavoro, in modo che sia percorribile.

Inoltre la progettazione deve tener conto dell’ergonomia, cioè, la comodità di utilizzo del sistema.

Un buon progetto deve considerare anche il modo in cui l’operatore accede alla linea vita in copertura, così da non lasciare fasi di lavoro “scoperte”,  non sicure.

Un buon progetto dovrebbe (tranne casi eccezionali) permettere l’utilizzo del sistema con i comuni DPI in dotazione all’operatore.

 

Dichiarazione di corretta posa del sistema

Con la dichiarazione di corretta posa l’installatore garantisce di aver installato il sistema seguendo:

1 – Le istruzioni di assemblaggio, presenti nel manuale e fornite dal fabbricante

2 – La tipologia di ancorante indicata nella relazione di calcolo del prodotto (o del progettista strutturale)

3 – La dislocazione degli elementi riportata nella planimetria di progetto

 

La dichiarazione di corretta posa deve contenere:

  • I dati societari dell’installatore
  • I dati relativi al sistema installato
  • Eventuali numeri seriali e lotti di produzione identificativi

 

Certificazione dei dispositivi anticaduta installati

Un prodotto che compone una linea vita, per essere ritenuto certificato, deve superare una serie di step.

Deve sottostare a tutte le prove e i test richiesti dalle norme tecniche di riferimento.

Le prove devono essere valutate da un ente esterno, e il rilascio della
certificazione deve avvenire da parte di un ente esterno (questo passaggio è facoltativo ma in Sial Safety lo facciamo).

Il prodotto deve avere a corredo una dichiarazione da parte del fabbricante che ne attesta la conformità alle norme.

 

Relazione di calcolo dei fissaggi

Ogni prodotto è certificato per resistere a determinati sforzi.

La struttura, come visto in precedenza, dev’essere valutata e dev’essere idonea a sopportare quei medesimi sforzi, e vale ovviamente lo stesso anche l’elemento di congiunzione tra il prodotto e la struttura: il fissaggio.

I fissaggi possono già essere consigliati dal fabbricante all’interno delle proprie relazioni di calcolo e dei manuali.

Se non vengono indicati dal fabbricante o non si adattano ad una tal struttura di supporto è necessario redigere una relazione di calcolo ad hoc.

 

Manuali forniti dal fabbricante sui dispositivi installati

I manuali forniti dal fabbricante, quale è ad esempio Sial Safety, devono far parte della documentazione.

Ogni prodotto deve essere accompagnato dal manuale, che è il documento in cui il fabbricante è obbligato ad inserire tutte le informazioni necessarie utili sia al progettista strutturale sia all’installatore.

Nello specifico:

  • descrizione del prodotto
  • limiti di utilizzo del prodotto
  • forze che scaricano sulla struttura di supporto
  • interasse massimo tra i dispositivi
  • numero massimo utilizzatori
  • accessori ammessi
  • istruzioni di assemblaggio e di montaggio
  • specifiche relative ai controlli
  • ispezioni e collaudo

 

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Grazie per la lettura,

Alberto Gandellini
CEO Sial Safety